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Micene è un luogo misterioso dove una volta una tremenda maledizione si abbatté su un'intera famiglia reale condannandola a un destino crudele. I protagonisti di questa vicenda hanno nomi altisonanti, Paride, Elena, Agamennone, Menelao. Micene fa parte del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco. Si trova nella pianura di Argo, a 12 km dal mare e a 9 dalla città di Argo. Micene è un luogo affascinante e camminando attraverso la Porta del Leone si diventa parte del passato, si vedono ancora i segni lasciati dalle ruote dei carri che entravano nella mitica città. E' difficile immaginare il dramma che si svolse qui migliaia di anni fa. Mito e storia sembrano evanescenti, lasciando solo le rovine, come un ricordo.  Gli antichi credevano che le mura della città fossero state costruite dai Ciclopi e per questo motivo oggi si usa il termine "mura ciclopiche".  Vediamo adesso la sua storia ...

Micene era una volta un potente regno della Grecia antica, il suo re Agamennone, fu uno dei più grandi re del suo tempo. Qui fu progettata la spedizione contro Troia, secondo l’Iliade di Omero. Quando la bella Elena moglie del fratello di Agamennone, Menelao, fu rapita da Paride, principe della città di Troia, la storia della Grecia e non solo, conobbe uno dei sui avvenimenti più importante: la guerra di Troia. Molti furono in realtà gli eventi che preannunciariono questa guerra, leggiamo la genesi. Il fondatore del regno di Micene fu il mitico eroe Perseo. Quando l'ultimo discendente della stirpe di Perseo, il re Euristeo, fu ucciso dal figlio di Ercole (al quale fece compiere, sfruttandolo, le famose 12 fatiche di Ercole, o Eracle in greco) la gente scelse come nuovo re Atreo. Quando il fratello di Atreo, Tieste, sedusse la moglie del re, questi si vendicò uccidendo i due figli di Tieste. Pieno di rabbia Tieste maledisse per sempre i figli di Atreo, in modo che potessero patire la stessa sofferenza che lui aveva patito.
I figli di Atreo erano per l'appunto Agamennone e Menelao. Agamennone, che era il più grande, ereditò il regno di Micene mentre Menelao divenne re di Sparta. I due sposarono due sorelle, Elena e Clitennestra, ma la loro felicità non era destinata a durare a lungo. Quando Zeus chiese al principe troiano Paride per dirimere una controversia di decidere quale delle tre dee Era, Atena e Afrodite (Venere per i romani), nel famoso giudizio di Paride, ognuna delle tre dee cercò di corromperlo. Afrodite gli promise la donna più bella della Grecia, e quando Paride giudicò Afrodite la più bella, ebbe Elena in premio. Con l'aiuto della dea, Elena andò a Troia con Paride, rendendo Menelao furioso che grazie alle altre due dee non scelte e all'aiuto di suo fratello Agamennone scatenò la Guerra di Troia.  Agamennone al ritorno da Troia, dopo 10 lunghi anni di guerra fu ucciso da Clitennestra, la moglie che non gli perdonò mai l’uccisione della figlia Ifigenia, sacrificata agli dei dal padre.

Micene dopo secoli di oblio rivenne alla luce nel 1874 grazie all'archeologo tedesco Heinrich Schliemann, lo stesso che aveva scoperto le rovine di Troia. Vi sono indicazioni che il sito di Micene fu abitato a partite da 5000 anni prima di Cristo, ma la sua vera grandezza avvenne durante la tarda età del bronzo (1400-1200) quando la città aveva un forte potere militare ed economico. Per via del suo ruolo dominante, diede il nome della cultura di tutta la Grecia in quel periodo, la civiltà micenea, la civiltà degli Achei, che precedettero i dori, i greci. La supremazia di Micene terminò, con l'invasione proprio dei dori, provenienti dal nord. Successivamente la città fu ricordata per avere spedito un piccolo contingente di 80 uomini alla battaglia delle Termopoli e insieme a quelli di Tirinto 400 uomini a Platea. Per questo gesto ebbero l'onore di vedere scritti sul tripode che dedicarono a Delfi le città che avevano partecipato alla battaglia contro i persiani. Gli abitanti di Argo non avevano tollerato tale distinzione onorifica quindi nel 468 a.C. conquistarono l'acropoli e distrussero le mura, Micene non riconquistò più il suo originario splendore. Resterà dipendente da Argo, scomparendo gradualmente dalla storia fino a venire dimenticata.

Le rovine di Micene sono davvero straordinarie, in un territorio quasi disabitato, e comprendono le grandiose fortificazioni (che raggiungono anche i 6-8 m di spessore), in cui si apre il monumentale passaggio di nord-ovest la celebre Porta dei Leoni (prima foto in alto). Basandosi sulle notizie riportate da geografo greco Pausania vissuto nel II secolo d.C, Schliemann, portò alla luce acropoli di Micene (di forma triangolare) circondata da mura possenti mura di 6-8 metri di spessore la porta dei Leoni, dalla quale parte una scala che conduce direttamente al palazzo reale (1400 a. C.) con la decorazione pittorica del mégaron. Nella necropoli furono rinvenute alcune tombe fra cui la monumentale tomba contenente il tesoro funebre di Atreo, un'altra più piccola che si attribuisce a Clitennestra e numerosi altri materiali di scavo, sigilli, ceramiche e tavolette con iscrizioni (che hanno contribuito maggiormente alla conoscenza e alla datazione dell'arte di questo periodo). Anche la vicina città di Tirinto che appartiene sempre alla civiltà micenea ha lasciato come testimonianza un'acropoli rocciosa solcata da corridoi i cui muri raggiungono in alcuni punti più di quindici metri di spessore.


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