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Le migrazioni degli antichi Greci, che portarono alla fondazione di città  in tutto il Mediterraneo, sono un fenomeno che si studia a scuola e si ricorda per anni. Premettiamo che si tratta di emigrazione e non di conquista. La fondazione delle colonie greche non possiede difatti alcun connotato riconducibile all'intento di conquista o di imperialismo. I Greci insieme alla diffusione dei propri costumi esportarono anche le loro concezioni culturali d'indubbio valore. Pensate che persino i Romani, quando più tardi, nel II secolo a.C. conquistarono la Grecia, rimasero affascinati dall'arte e della cultura del popolo greco.

 

Il processo di migrazione dei Greci del bacino del mediterraneo, si verificò in due fasi. In un primo momento i greci si affacciarono al mediterraneo, verso il XII sec. a.C., in quanto fuggirono dalla patria a causa delle invasioni; i greci cercarono rifugio soprattutto nelle isole del Mar Ionio e dell'Egeo e in Asia Minore. Verso l'VIII - VII sec. a.C. invece la migrazione fu provocata da una grave crisi economica e da un grosso aumento demografico: i greci ritenevano difatti che le loro città non dovessero superare una certa grandezza, una sorta di misura ideale che secondo Platone era di 5000 abitanti (secondo Aristotele la misura ideale era invece quella che permetteva a tutti i cittadini di conoscersi tra di loro). Queste concezioni, l'aumento generale della popolazione e la crisi economica causarono una seconda ondata migratoria verso Ovest. Oltre a questo esisteva una fuga dalla rigidità normativa (intesa come durezza delle regole e delle leggi) che si era creata in tante parti della Grecia. Le leggi vigenti nella penisola erano in quel periodo assai dure, ad esempio a Sparta, Licurgo aveva provveduto ad una dura regolamentazione della società, trovando l'opposizione di un popolo abituato a non rispettare le leggi; ad Atene Dracone era intento nella stesura di leggi inflessibili, destinate a passare alla storia per la loro durezza. Pensate che si punivano con la pena di morte anche reati molto comuni, e addirittura tale pena era possibile anche per i reati di ozio e indolenza. Dalla durezza quasi inumana delle leggi di Dracone, deriva l'aggettivo draconiano, con il quale s'intende attribuire carattere di durezza e severità estreme.  Tutto il popolo era stanco dei regimi oppressivi e più di tutti lo era l'aristocrazia, sempre più ricca e potente economicamente grazie alle attività mercantili, e sempre più influente politicamente.

Fu proprio in queste circostanze che maturò l'idea della fuga verso nuove terre. I primVasi grecii coloni che si stabilirono nelle nuove terre erano uomini poveri, sostenuti da uno o più uomini ricchi in cerca di avventura, o uomini forzati a lasciare la patria, poiché  costretti sulla base della politica dell'ostracismo. L'ostracismo: nell'antica Atene, e in altre città che la imitavano, era l'esilio inflitto per 10 anni a coloro che venivano sospettati di aspirare alla tirannia. La parola deriva dal fatto che l'esilio veniva votato usando come scheda un coccio, l'ostrakon. L'ostracismo non era in realtà una pena infamante ma una misura preventiva, una misura a salvaguardia della democrazia. Chi veniva colpito dall'ostracismo doveva abbandonare la città entro 10 giorni ma non gli venivano confiscati beni.

 

Ogni nave che veleggiava verso nuove terre era fornita di un buon equipaggiamento (viveri, armi, vasellame...), ma, nella maggior parte dei casi, la ciurma era composta di poveri ben lontani dalla fama che oggi la storia (tradizioni popolari ) tributa loro. A capo di questa marmaglia vi era una sorta di capitano di ventura, l' ecìsta, che alla fine era destinato a fondare la nuova colonia. La colonia non era del tutto autonoma dalla madrepatria, anzi con questa manteneva forti legami. Esisteva un accordo di tutela reciproca simile a quello tra le colonie americane e l'Inghilterra, un accordo cementato su vincoli religiosi, culturali ed economici. Ma se la colonia manteneva uno stretto legame di collaborazione con la madrepatria ciò non vuol dire che non fosse in una certa misura autonoma. Le colonie della Magna Grecia vissero di larga autonomia e furono del tutto indipendenti dal punto di vista politico; il loro fiorire economico e culturale finì con l'assicurare alla Grecia enormi ricchezze e un sorprendente sviluppo delle scienze e della filosofia, senza peraltro costituire un elemento destabilizzante, rappresentando al contrario una valvola di sfogo per la crescita demografica e le esigenze del commercio.

Ricordiamo infine che il termine colonia in greco antico significa casa fuori. Il termine, nella sua etimologia, non contiene alcun significato riconducibile all'intento di conquista o di imperialismo. I coloni greci la maggior parte delle volte si installavano in territori strategici ma disabitati.

La ricchissima produzione artistica delle colonie greche, che a loro volta fondavano colonie dimostra che il gusto era almeno altrettanto raffinato di quello di altre città della madre patria. Le colonie greche hanno fornito anche quell'indispensabile trampolino di lancio per la cultura e l'organizzazione greche, dalle quali sarebbe decollata, dopo la conquista delle città greche d'Italia, la potenza di Roma. Come si è detto, siamo tutti figli della civiltà greca...

 

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