Sommario
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La crisi economica della Grecia, perché?
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Gli aiuti europei alla Grecia
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Le garanzie che deve dare la Grecia per ottenere i soldi
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La protesta della gente
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Le previsioni
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Quanto paga l'Italia per aiutare la Grecia?
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Chi specula sulla crisi greca
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Chi paga i costi della crisi greca
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Chi potrebbe fare la stessa fine della Grecia?
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La Germania e la crisi economica della Grecia
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La stabilità dell'euro
1. La crisi economica della Grecia, perché?
La
crisi della Grecia viene da lontano. I conti del paese erano piuttosto scadenti
ma venivano "truccati". Quando ci si è accorti della realtà è scoppiato il
putiferio. Il debito pubblico (immaginatevi il mutuo di una famiglia) superava
di gran lunga quanto dichiarato nei conti e di molti punti il 100%. Il debito è
arrivato al 160%, come se il capitale di un mutuo invece di diminuire potesse
aumentare e salisse del 60% (ho preso 200 mila euro, me ne ritrovo da pagare 320
mila).
Il
deficit per il 2010 era al 15%: immaginatevi lo stipendio di un padre di
famiglia pari a 20 mila euro e la famiglia che spende per sopravvivere ogni anno
23 mila. In poche parole il padre di famiglia guadagna in un anno 100, la
famiglia spende 115 e di conseguenza non riesce a far pari con le spese
necessarie al suo sostentamento, figuriamoci se riesce a pagare il mutuo; di più
non può pagare neppure gli interessi e così il capitale del mutuo cresce... Per
il 2011 deficit al 9.6% e per il 2012 poco sotto il 5.5%.
Il
grande problema della Grecia è che il suo debito pubblico (il suo mutuo) è
detenuto quasi tutto all’estero (soprattutto da investitori in Germania,
Francia, Svizzera e Austria ) e non dai risparmiatori, come in Italia, in grado
di finanziarlo. L'Italia ha anch'essa un debito pubblico superiore al 100%, ma
il suo debito è in mano a risparmiatori italiani.
2. Gli aiuti europei alla Grecia
L'Unione Europea ha deciso all'unanimità di attivare un sostanzioso piano di
aiuti alla Grecia: 110 miliardi in 3 anni, di cui 80 miliardi provenienti
dai Paesi Comunitari e il resto dal Fmi. L’obiettivo, la ripresa del paese a
partire dal 2012 non c'è stata e, per sindacati e opposizione, l'austerità
imposta come condizione alla concessione degli aiuti economici, ha solo
condannato la Grecia ad "una profonda recessione" e all'"esplosione sociale".
3. Le garanzie che deve dare la Grecia per ottenere i soldi
I tagli necessari inizialmente per assicurare le garanzie richieste
dall'Unione Europea erano già decisamente pesanti: riduzione o abolizione della
13ma e della 14ma mensilità a seconda dei redditi, congelamenti occupazionali e
pensionistici; nel privato riduzione delle indennità di licenziamento e
liberalizzazione della normativa sull'impiego; aumento dell'Iva del 2%, aumento
del 10% delle imposte su carburanti, alcol, sigarette e beni di lusso, aumento
dell'età pensionabile. Il pacchetto approvato ad inizio 2012, accettato
dal Governo per ottenere un ulteriore aiuto da 130 miliardi di euro, comprende
nuovi tagli per 3,3 miliardi di euro, 150 mila esuberi nell'amministrazione
pubblica, la riduzione del 22% dei salari minimi, nuove privatizzazioni e
liberalizzazioni.
4.
La protesta della gente
Proteste e scontri nelle vie di
Atene. La
crisi economica in Grecia aveva fatto radunare oltre 20 mila
persone inizialmente per esprimere il loro dissenso ai tagli dei salari e delle
pensioni e alle nuove tasse approvate dal governo greco per fronteggiare la
crisi. Scioperi generali. Nel 2012, la cittadinanza furiosa si ribella, in modo
anche violento, alle misure di austerità, ai tagli spaventosi alla spesa
pubblica e alle privatizzazioni.
Migliaia di manifestanti si sono radunati fuori dal Parlamento e le strade
della capitale. I sindacati convocano un nuovo sciopero generale contro la
politica del governo, sottolineando come sia a rischio anche la pace sociale del
paese.
5. Le previsioni
Il debito della Grecia continuerà a crescere almeno sino al 2013 toccando
una cifra senza precedenti, ben oltre il 160% della ricchezza del paese. Dal
2013 il deficit dovrebbe scendere sotto il 3% e dal 2014 il debito dovrebbe
iniziare a ridursi.
6. Quanto paga l'Italia per aiutare la Grecia?
La quota italiana nel primo anno di aiuti alla Grecia, su un totale di 30
miliardi, è pari a 5,5 miliardi. Il provvedimento emanato dall'Italia per
«salvaguardare la stabilità finanziaria nell'insieme della zona euro», è stato
approvato dal consiglio dei ministri. Si tratta del primo di una lunga serie:
ogni prestito bilaterale alla Grecia sarà oggetto di uno specifico decreto, per
stabilire di volta in volta l'importo e le modalità di raccolta. Il prestito
erogato non è a fondo perduto, la Grecia dovrà pagarci degli interessi.
7. Chi specula sulla crisi greca
La crisi in Grecia è maturata lentamente ma è poi precipitata all'improvviso.
L'incertezza di quello che sarà, silenzi, rimandi e allarmi hanno reso la Grecia
una vittima della speculazione. Le borse oscillano e i soliti sospetti
speculano sulla situazione. Le banche speculano sulla fragilità finanziaria
greca: per comprare i titoli di stato decennali di Atene si chiede ora un
rendimento incredibilmente più alto dei Bot tedeschi (il paese crolla, se vuole
vendere titoli per finanziare il suo debito pubblico deve remunerarli
profumatamente (nessuno vuol comprare titoli di un paese in rovina...). La
finanza scommette sul deprezzamento dei titoli pubblici e addirittura
sull’insolvibilità del governo di Atene.
8. Chi paga i costi della crisi greca
Chi pagherà i costi della crisi appare chiaro, sarà la gente, che vedrà ridursi
le entrate e i servizi e la speculazione non fa altro che creare povertà nel
paese. Oggi la Grecia, ma domani? L’Europa salverà la Grecia, ma a quale costo
per la popolazione?
9. Chi potrebbe fare la stessa fine della Grecia?
Spagna, Portogallo, Gran Bretagna, Irlanda e Italia, hanno paura. La crisi
finanziaria della Grecia rappresenta un rischio di contagio importante per i
sistemi bancari di questi paese, anche se l'Italia tra le nazioni citate è
quella messa meglio. Perché? Perché come dicevamo il suo debito pubblico non è
detenuto all'estero, perché i suoi cittadini, le famiglie e le imprese non hanno
debiti privati alti in confronto ad altri paese e infine perché il sistema
bancario italiano è robusto.
10. La Germania e la crisi economica della Grecia
La prima vittima della crisi economica finanziaria della Grecia è stranamente la
tedesca Angela Merkel. Nelle elezioni nella importantissima regione del
Nord-Reno-Westfalia l'alleanza di governo tra Cdu e Csu perde più del 10%. Vince
la sinistra della Spd che arriva al 34,5%. Gli elettori della regione più ricca
della Germania hanno punito dunque la Merkel, certo per la paura della crisi
della Grecia e per la poca stima nei confronti della serietà greca. Angela
Merkel dunque paga la contrarietà dei ricchi tedeschi, ora meno ricchi a causa
della crisi, agli aiuti della Germania al paese ellenico. Ma a pesare è anche il
diminuito potere d'acquisto dei salari legato all'euro. Deficit e debito
continuano comunque anche in Germania a crescere. I tedeschi hanno paura e
pensano a salvarsi.
11. La stabilità dell'euro
Approvate le misure di emergenza per proteggere l'unione monetaria: oltre 700
miliardi di euro per combattere la speculazione e riaffermare la forza
dell'Unione Europea a livello monetario e la stabilità dell'euro. Il fondo di
emergenza costituito servirà (speriamo di no) al salvataggio di quei Paesi che
potrebbero incorrere in una situazione analoga a quella della Grecia. Il Fondo
Monetario Internazionale contribuirà per circa 200 miliardi. In cambio, gli
Stati in crisi dovranno eventualmente offrire garanzie simili a quelle richieste
alla Grecia. Spagna e Portogallo, due dei paesi a rischio, si impegneranno
a ridurre il deficit in modo più incisivo di quanto concordato in passato,
effettuando manovre aggiuntive rispetto a quelle concordate.
Nel febbraio 2012, dopo l'approvazione del nuovo piano di austerità da parte del
governo Papademos, richiesto dall'Unione europea e dal fondo monetario
internazionale in cambio della nuova tranche di aiuti da 130 miliardi di euro
per salvare il Paese dall'incubo default, la Grecia va verso elezioni
anticipate. Il premier Lucas Papademos è consapevole della difficoltà
dell'effettiva implementazione del programma concordato ma un default della
Grecia sarebbe ancora più devastante per il paese e per l'intera "economia Ue" a
causa dell'"effetto contagio" che si svilupperebbe. Leggi anche
Crisi economica in Grecia 2012 e
Crisi economica in Grecia 2015.