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Atene, Socrate e Platone



 

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Atene, Socrate e Platone

Come più volte detto e scritto, Atene è un simbolo non solo della Grecia, ma della civiltà occidentale nella sua forma più splendida, un simbolo che vanta una storia illustre che risale a più di 3.000 anni fa. La città fiorì durante l'antichità classica e diede i natali a Socrate, Pericle, e Sofocle. Più che una reliquia del suo glorioso passato, oggi Atene è una città vivace e moderna capitale.

Atene, PlatoneLa storia di Atene ha esercitato da sempre un ruolo egemone nella civiltà greca facendo sì che la città dell’Attica divenisse modello esemplare ed universale di arte e cultura. Da sempre attenta alla formazione della propria classe dirigente, a partire dal V secolo, Atene diventa importantissimo centro di riferimento per un gruppo di intellettuali, dalla formazione filosofica molto diversa, che si dedicarono, a pagamento, alla preparazione del ceto dirigente con particolare attenzione per l’insegnamento della retorica. Si tratta dei cosiddetti “Sofisti” (i sapientissimi), tutti rigorosamente di origine straniera, visto che nessun cittadino ateniese avrebbe consentito a prestare un servizio professionale a pagamento.

Vista la loro condizione di stranieri non potevano partecipare alla vita politica della città e sostanzialmente erano considerati con un certo disprezzo, assimilati a musici e attori, ma è storicamente innegabile che i Sofisti esercitarono un ruolo importante nell’elaborazione dell’ideologia educativa della città.

Protagora, Gorgia, Prodico, Ippia, Antifonte sono i sofisti più celebri, coloro i quali diedero un fondamentale contributo alla formazione di un nuovo concetto di cultura. Tale nuovo concetto non concepiva più la cultura come un insieme di conoscenze e capacità di esclusivo possesso del sacerdote, del filosofo o dello scienziato, ma come formazione morale, retorico - linguistica, dell’uomo.

Platone, il filosofo della verità, nacque nel 427.a.c, nello stesso giorno in cui si dice sia nato il dio Apollo, alla fine del mese di maggio. Di Platone si è detto ripetutamente che fosse un “predestinato della filosofia” e tante leggende si sono susseguite sulla sua divina designazione.

Una di queste ci racconta di un giovanissimo Platone orientato alla carriera di drammaturgo che, dopo aver assistito ad un discorso del maestro Socrate, provò un impulso irrefrenabile di bruciare il dramma che stava scrivendo per seguire la strada della filosofia.

Un’altra leggenda, dalle capacità evocative di ancor più fascino, narra che un giorno Socrate sognò un piccolo cigno che gli stava sulle ginocchia e che all’improvviso volò via dopo aver intonato un canto dolcissimo.

Il giorno dopo Socrate conobbe Platone e si convinse che il cigno del sogno non poteva che essere quel giovane fanciullo ventenne che da quel momento divenne il suo più fedele discepolo. Socrate non lasciò nulla di scritto e il suo pensiero è un tesoro che affidò ai suoi discepoli, Platone su tutti.

Cicerone nelle “Tuscolanae disputationes” definisce Socrate “colui il quale ha saputo richiamare la filosofia dal cielo alla terra”.

Sul frontone del tempio di Apollo a Delfi era scritto “gnoti sauton”, conosci te stesso. Socrate ne fece un motto non solo filosofico ma di vita, assegnando alla filosofia il sublime compito di aiutare l’uomo nel percorso di comprensione di se stesso, in un esame continuo, una ricerca infinita capace di condurre al riconoscimento dei propri limiti, per rendere l'uomo giusto e solidale con gli altri.

Socrate definisce la virtù una vera e propria scienza e non solo un abitudinario ossequio alle norme tradizionali di comportamento ed è per questo che la sua filosofia è filosofia morale. Il suo amore per una continua ricerca diventa la base per quello che è forse l’aspetto più tipico di tutto l’insegnamento socratico: il “sapere di non sapere” spinge ed invoglia alla critica continua ed alla confutazione di ogni umana pretesa di possesso di un sapere definitivo.

La vita di Socrate fu esperienza di ricerca , virtù, verità e coraggio ma fu nella morte che il maestro raggiunse il momento più sublime di testimonianza.

Arthur Schopenauer affermò: “La morte di Socrate e la crocefissione di Cristo fanno parte dei grandi tratti caratteristici dell’umanità”.

“L’Apologia di Socrate” e il “Critone”, dialoghi scritti dal discepolo Platone, narrano la drammatica vicenda del processo e della morte di Socrate.

Il processo a Socrate è stato definito “l’avvenimento mitico della storia della filosofia”.

Anito e Licone, due esponenti del regime democratico, servendosi dell’aiuto del giovane Meleto, un fallito letterato, accusano Socrate e lo portano in tribunale con l’imputazione di adorare divinità estranee ai culti ateniesi e di corrompere i giovani con i suoi discorsi di piazza, rei di minare l’ordine sociale.

Inizia così la storia di un uomo che parla davanti ad una giuria facendo l’avvocato difensore di se stesso e ribattendo punto su punto ogni accusa che gli viene mossa.

Il maestro resiste sino all’ultimo ma alla fine è giudicato colpevole con 280 voti contro 220 e per lui viene decisa la condanna a morte.

Socrate si avvia alla fine della sua vita terrena da cui si congeda con l’ultimo discorso che rivolge agli ateniesi: "I miei figli, quando saranno cresciuti, cittadini di Atene, puniteli se vi sembrerà che si occupino dei beni materiali piuttosto che del bene dell’anima. Se si daranno aria di essere qualcuno quando non sono nessuno, svergognateli come io ho fatto con voi, perché non si curano di quello di cui dovrebbero curarsi, perché credono di valere qualcosa quando non valgono nulla. Se così farete, io e i miei figli avremmo avuto dalla vita quello che era giusto avere. Ma è tempo di andare, io a morire, voi a vivere. Chi di noi andrà a stare meglio è un mistero per tutti, ma non per Dio".

Sono queste le  sue ultime parole, la sua  lezione universale di umiltà, virtù, coraggio e amore per la vita fin sul punto di morte, una lezione che attraversa tempo e storia, attuale nell’antica Atene come nel mondo moderno e che fa di Socrate l’eroe del pensiero.

Articolo di Francesca Ceci
 

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